Per Monti la Cooperazione è un investimento strategico

Il premier alla giornata di apertura del forum della Cooperazione internazionale: "Il nostro Paese continuerà a contribuire alla lotta contro aids, turbecolosi e malaria". Il capo del governo ha ricordato l'impegno con l'Ue a dare attuazione al "programma di cambiamento". "Spero lasceremo ad altri un Paese più sereno".


MILANO - "Fare cooperazione oggi è un imperativo etico di solidarietà, ma è anche e soprattutto un investimento strategico in termini di sicurezza nazionale e internazionale, di gestioni dei flussi migratori, di protezione dell'ambiente, di sicurezza energetica, di promozione di opportunità economico-commerciali per le imprese italiane", ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti, intervenendo al forum della Cooperazione internazionale. "La centralità della cooperazione allo sviluppo dovrà, non appena le condizioni di bilancio lo renderanno possibile, essere rafforzata anche sul piano delle risorse", ha anticipato il premier.



Assicurando poi che l'Italia non intende ritirarsi dal fondo globale per la lotta all'aids, alla turbecolosi e alla malaria. Monti si è soffermato sulle "grandi campagne delle nazioni unite che il nostro Paese ha ispirato". Una battaglia, ha sottolineato il premier, a cui "l'italia intende continuare a contribuire e dalla quale certamente non si ritirerà". Perché "Il sistema Italia dimostra la sua competitività nella governance della cooperazione e le Ong italiane sono le terze tra le più premiate nei bandi", ha spiegato Monti. In un passaggio del suo intervento al Forum della Cooperazione, Monti ha ricordato che l'Italia è impegnata anche nell'ambito dell'Unione europea a dare attuazione al "programma di cambiamento" per la cooperazione. "L'Italia ha dei vantaggi naturalinell'esercitare il 'soft power' senza trascurare l'hard power.
Abbiamo capacità di persuasione, ispiriamo fiducia e simpatia", ha aggiunto.



Ma la legge 49 sulla cooperazione è uno strumento che adesso mostra "l'esigenza di un aggiornamento", ha affermato il premier che ha citato le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo videomessaggio e cioè che la cooperazione allo sviluppo è "politica estera nel senso più nobile e più elevato della parola". "Mi sto accorgendo - ha aggiunto - che la politica estera ha un alta nobiltà e richiede conoscenze particolari, ma la politica estera e la politica interna sono sempre meno separabili". Soprattutto "se vogliamo essere un Paese che non vive con la paura" bisogna "portare l'Europa in casa", essere aperti.



"Nella consapevolezza che i modelli di crescita sono tanto importanti quanto i tassi di crescita, ritengo che si debba incoraggiare uno sviluppo più inclusivo, incentrato sulle capacità delle popolazioni di partecipare alla creazione di benessere e di posti di lavoro dignitosi e, al tempo stesso, di beneficiarne", ha detto Mario Monti al Forum di Milano. Il premier ha sottolineato come essa "supera ormai la tradizionale dinamica Paesi donatori/Paesi riceventi e anche la stessa centralità dell'aiuto pubblico", un passaggio salutato dall'applauso della platea che ha suscitato un commento ironico del premier: "Immagino - ha detto Monti  - che l'applauso sia per la centralità dell'aiuto pubblico".



Per il presidente del Consiglio occorre "ribadire la centralità della cooperazione allo sviluppo nella politica estera italiana ed europea". Ringraziando il ministro degli esteri, Giulio Terzi, e quello della cooperazione, Andrea Riccardi 1, Monti ha ricordato di avere avuto, nel formare il governo, "l'idea di creare la figura nuova del ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione". 



"Mi sono subito reso conto - ha sottolineato - che questo avrebbe creato problemi di carattere amministrativo nelle complesse strutture che permettono lo svolgimento delle attività di governo e devo al ministro Terzi al ministro Riccardi l'aver saputo comporre il rapporto tra le amministrazioni, con le difficoltà oggettive che ci sono. In questo modo - ha proseguito il premier - la cooperazione ha potuto integrarsi con la politica estera ed essere un punto di ricezione e di dialogo stretto con il lavoro che altri ministri svolgono". Richiamando le parole del presidente della Repubblica, Monti ha sottolineato che "la cooperazione allo sviluppo è politica estera nel senso più nobile ed elevato della parola". "Per tale ragione - ha proseguito - in maniera innovativa per i tempi la legge 49 che istituisce la cooperazione allo sviluppo italiana la definisce 'parte integrante della politica estera dell'Italià, riconoscendone un ruolo qualificante per il perseguimento degli obiettivi di politica estera e la tutela degli interessi del Paese".